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Posso leggere le mail di mia moglie o marito? • Tutto sulla posta elettronica

Posso leggere le mail di mia moglie o marito?

Spesso mi sono sentito fare questa domanda. Posso leggere le mail di mia moglie o marito? La risposta è no, assolutamente no.

Posso leggere le mail di mia moglie o marito?
Posso leggere le mail di mia moglie o marito?

In base all’art.66 codice penale è punito con la reclusione fino ad un anno chiunque prenda cognizione del contenuto di una corrispondenza a lui non diretta. Con riferimento a questo articolo del c.p., per la legge n. 547/1993 (art. 5), per “corrispondenza” deve intendersi anche quella informatica o telematica.

Quindi se tu leggile email del tuo compagno o marito o amante, anche per caso o perché non è uscito dal client di posta e tu aprendo il computer ti sei trovato davanti alla sua webmail in bella vista, commetti un reato.

Anche se entrambi condividete lo stesso computer e magari lei o lui ha lasciato aperto il client di posta o la webmail e tu, accedendo al computer, vedi le email, non puoi usarle in sede legale contro di lui o lei perché si configurerebbe una violazione della corrispondenza. Certo nulla osta a che tu chieda spiegazioni, qui non si discute del fatto a livello morale o personale ma solo legale.

Potrai chiedere spiegazioni o agire come meglio credi ma non certo portarlo, o portarla, in tribunale adducendo come prova le email che hai visto.

In sostanza è come se tu prendessi la posta dalla casella delle lettere, posta ovviamente chiusa e non indirizzata a te, e la aprissi deliberatamente per leggerne il contenuto.

In nessuna occasione troverai un giudice che ti dirà che hai ragione.

Il discorso vale ovviamente su tutti gli apparecchi tecnologici quindi computer, telefono, tablet e via discorrendo. Quindi anche spiare il cellulare del compagno o compagna, configura lo stesso reato.

Anzi leggere le email di marito o moglie configura anche un altro reato, quello di accesso abusivo a sistema informatico che si ha nel momento in cui una persona accede a un sistema informatico – quindi computer, tablet o smartphone – di un’altra persona senza esserne stato preventivamente autorizzato. Quindi anche andare a leggere le chat della moglie o marito prendendo di nascosto il cellulare, è un reato di accesso abusivo a sistema informatico.

Se però esiste una prova che uno dei due abbia, di propria spontanea volontà, comunicato la password all’altro, quindi concesso all’altro la possibilità di entrare nella propria casella di posta, allora il reato non esiste più perché la legge parla solo di corrispondenza “chiusa” e non indirizzata a sé stessi e per chiusa si intende appunto la non conoscenza della password dell’altro.

Se quindi lui o lei ha mandato un’email comunicando la propria password di accesso alla posta elettronica e magari ha anche aggiunto che non ci sono problemi a leggerla, allora non c’è reato e le prove sono valide anche in tribunale, se si dovesse arrivare fino a lì.

Per rigore di chiarezza devo però anche dirti che ci sono stati casi in cui, come addebito della separazione e per provare l’infedeltà della moglie o marito, tali prove sono state ammesse ma sono casi sporadici e andrebbero viste le motivazioni caso per caso; stando alla regola generale, tali prove sottratte con l’inganno non sono ammissibili.

Lo ripeto; sto parlando di prove legali, cioè prove che possano essere portate in tribunale, per esempio, per addebitare la separazione a uno dei due. Tutte le altre considerazioni a sfondo etico sono e rimangono sempre valide perché se ti fidi di una persona non hai bisogno di spiare il suo computer o il suo cellulare anzi, spesso rischi di interpretare in modo errato comunicazioni che nulla hanno a che fare con quello che pensi tu.

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